Cuore della Sardegna

Terra di artisti e culla di arcaiche tradizioni, Orgosolo rivela uno spirito vivace e un profondo legame con le sue radici.

Il ricco patrimonio archeologico vanta importanti monumenti dell’epoca nuragica e pre-nuragica come i menhir, le domus de janas e i suoi 30 nuraghi immersi nella cornice del Supramonte, tra foreste incontaminate e paesaggi mozzafiato dai quali si può godere di uno spettacolare panorama sul Canyon di Gorroppu.

Il suo centro storico è caratterizzato da strette stradine e graziose case in pietra ed è arricchito dai bellissimi murales che hanno portato Orgosolo ad una fama internazionale. I primi murales, di stampo politico-sociale, risalgono alla fine degli anni Sessanta, mentre in seguito numerosi artisti hanno offerto il loro contributo trasformando il paese in un vero e proprio museo a cielo aperto, con altri soggetti ispirati alle scene di vita quotidiana ed alle tradizioni locali. Tra le scenografiche vie del centro troviamo anche l’antica chiesa parrocchiale di San Pietro, eretta nell’età bizantina in forme neoclassiche e con un bel campanile cuspidato di stile gotico risalente al Quattrocento.

Il paese è noto inoltre per la produzione di “su Lionzu”, la raffinata benda del costume tradizionale che incornicia il viso delle donne quando indossano l’abito. Per la realizzazione del copricapo si utilizzano fili di seta prodotta da una selezionata varietà di baco, allevato esclusivamente per questo e la cui lavorazione si tramanda di generazione in generazione. Per l’ordito si usa la seta al naturale, mentre la trama è colorata di un giallo intenso con lo zafferano. Il prezioso filato viene pazientemente tessuto a mano su telai appositi seguendo antichi metodi e accurate composizioni. Orgosolo è inoltre uno dei centri della Barbagia in cui si tramanda ancora oggi l’arcaico canto a tenore, proclamato dall’UNESCO “Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità”.

La comunità di Orgosolo si è distinta negli anni anche per la grande forza d’animo e la combattività dei suoi abitanti che nel secolo scorso dimostrarono come una forte volontà possa cambiare le sorti della storia. Durante il ’900 il centro legò il suo nome al già nominato fenomeno del muralismo, importante corrente artistica nata per contestare le ingiustizie sociali, mentre nel 1969 gli orgolesi furono protagonisti della mobilitazione popolare di Pratobello, attraverso la quale riuscirono ad impedire l’installazione di un poligono militare a pochi chilometri dal centro abitato.

Il 14 e 15 ottobre ad Orgosolo arriva la tappa di Autunno in Barbagia.

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