Autunno in Barbagia 2023

La storia di Gadoni narra di una terra di passaggio e di incontro di antichi popoli che sfruttavano le risorse minerarie di Funtana Raminosa: qui i  Nuragici fondevano il rame per realizzare le antiche sculture simbolo dell’età del Bronzo in Sardegna. Per estrarre il prezioso metallo Fenici, Cartaginesi e Romani vi scavarono diverse gallerie poi riutilizzate nel XX secolo.

Secondo una leggenda popolare la denominazione del centro e la sua origine deriverebbero da un fuggiasco, un pastore di Arzana di nome Cadoni, che si trasferì nel XV secolo con la sua famiglia e il suo gregge a Mammàtulu, la località su cui sorge il nucleo più antico del paese. Vi è anche una teoria che farebbe risalire il toponimo al nuraghe Adoni, compreso nei suoi territori fino al XV secolo quando, a seguito della spartizione delle terre tra i feudatari, venne attribuito al paese di Villanovatulo.

Nel Medioevo la villa faceva parte del Giudicato d’Arborea e apparteneva alla curatoria della Barbagia di Belvì. L’esercito giudicale reclutava i suoi guerrieri anche tra i suoi abitanti che beneficiavano di particolari agevolazioni.

Dopo il 1420, con la caduta del giudicato e l’annessione al Regno di Sardegna, il villaggio fu infeudato alle famiglie nobiliari dei Pardo e in seguito dei Pages che richiesero pesanti tributi. Iniziarono subito i conflitti e le ribellioni al regime feudale: la gente di Gadoni non accettò la perdita dell’autonomia e si rifiutò di pagare le imposte che avrebbero gravemente minato la sua sopravvivenza. Entrambe le casate furono costrette a restituire il feudo per l’impossibilità di ottenere la sottomissione della popolazione.

Così agli inizi del XVI secolo Gadoni ottenne il privilegio di essere amministrata da un rappresentante eletto annualmente dai suoi capifamiglia.

Con il passaggio del regno a Casa Savoia si interruppe il lungo periodo di pace e nella seconda metà del Settecento il villaggio fu assoggettato alla Signoria dei Lostia da cui si libererà nel 1838.

Agli inizi del XX secolo con la concessione ad una società italo-francese della miniera di Funtana Raminosa si intraprendeva la produzione industriale con promettenti prospettive economiche. Ancora oggi il villaggio minerario rappresenta una grande ricchezza per il paese: il sito fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna riconosciuto dall’UNESCO.

Custodito tra le montagne di Sa Scova e Arzanadolu e attraversato dagli affascinanti strapiombi della valle del fiume Flumendosa, il territorio di Gadoni offre una natura unica dal fascino selvaggio.

Un’interessante meta è la miniera di Funtana Raminosa, un sito di archeologia industriale in cui il visitatore potrà compiere un viaggio nel tempo immerso in un’oasi ambientale.

Nella vicinissima località di Bau Laddei scorre il riu Saraxinus che confluisce nel Flumendosa creando scenari particolarmente suggestivi.

Una rigogliosa foresta di lecci, all’interno del complesso forestale del castagno, ricopre il vasto altopiano calcareo di Corongia dove si possono ammirare imponenti falesie e le eccezionali creste rocciose di Is Breccas tra cui si innalzano gli spettacolari pinnacoli di calcare erosi dai fattori atmosferici e dal tempo.

Racchiusi dal bosco si conservano notevoli esemplari di tassi, ginepri oltre alle splendide peonie e orchidee selvatiche. Non mancano gli alberi di castagne, nocciole, noci e ciliegi che nel Novecento hanno reso famoso il paese per la loro grande produzione. Questo è il regno del cinghiale, della  martora e del gatto selvatico ma anche dell'aquila e dell’astore.

Nei dintorni si possono facilmente esplorare le bellissime grotte di Is Gruttas de Peldu mentre scendendo verso valle il panorama si apre sulle pareti che cadono a precipizio sulla valle di Su Laltinazzu. Verso est si raggiunge il punto panoramico da cui osservare la gola del Flumendosa e l’imponente roccia di Su Campalini, una guglia alta circa 100 metri.

A sud si apre la voragine di Su Disterru de Luritta dalla classica forma circolare con, al centro, una fessura che inghiotte le acque meteoriche.

Tra sentieri incontaminati e paesaggi mozzafiato si scoprono angoli quasi magici come la delicata cascatella di S’Istiddiosa formata dal piccolo rio Bauzzoni: numerose goccioline, precipitando dalle rocce, formano una miriade di fili d’acqua che discendono dalle pareti ricoperte di muschio.

Simbolo del paese e della sua storia, il villaggio minerario di Funtana Raminosa custodisce numerose testimonianze delle antiche civiltà che abitarono le terre di Gadoni. A partire dall’età dei metalli il sito fu frequentato prima dagli indigeni e in seguito da Fenici e Romani. Dei monumenti preistorici rimane testimonianza nei resti dei nuraghi Arcu Nuraxi e Piscia Quaddu oltre alle sepolture lungo il corso del fiume Flumendosa, mentre numerosi ritrovamenti (conservati al Museo Archeologico Nazionale di Sassari) sono concentrati nei pressi del centro urbano dove è stata scoperta una necropoli tardoromana-altomedievale.

Il rione più antico del paese si sviluppa a semicerchio sul colle in cui sorge Gadoni arginato dagli strapiombi che conducono alla valle. Le graziose case del centro storico si affacciano sulle stradine ricoperte da pietre rosse e nere dei monti circostanti su cui si intersecano le caratteristiche scalinate e i muraglioni. Nell’area occupata dal vecchio municipio, nel XV secolo fu eretta la prima chiesa dedicata a san Pietro Apostolo distrutta nel 1870.

La seconda chiesa è quella di Santa Marta consacrata nel 1512. Costruita in forme tardogotiche, dovette subire diversi interventi di restauro che hanno modificato la struttura originale. Realizzata interamente in pietra, presenta un’elegante facciata su cui spicca la cornice di mattoncini rossi che racchiudono anche il portone e il rosone.

Nel 1560 fu edificata la parrocchiale intitolata all’Assunta, ampliata e modificata nell’Ottocento che conserva, dietro l’altare, un bel polittico seicentesco. La facciata è abbellita da un portale ad arco acuto sovrastato da un rosone. Sul retro si trova il grazioso campanile coperto da una cupola dorata.

Nella visita al paese non può mancare un’escursione all’affascinante miniera di Funtana Raminosa. Il sito, come già detto frequentato fin dall’epoca nuragica, nei primi decenni del Novecento si trasformò in un vero e proprio villaggio minerario con la concessione allo sfruttamento delle sue risorse ad una società italo-francese creata dall’avvocato Paolo Guinebertière. L’ottima resa del minerale portò a un progressivo aumento della produzione fino alla crisi e alla sospensione dell’attività negli anni ’80 del Novecento.

Grazie a interventi di recupero e valorizzazione il villaggio minerario con gli impianti e le sue gallerie sono oggi visitabili e fanno parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall’UNESCO.