La storia di Ortueri, piccolo centro situato nella Barbagia del Mandrolisai, è segnata dall'impronta dei romani, che colonizzarono il territorio a seguito della penetrazione punica; le zone nelle quali l’impero romano si stabilizzò o furono in origine quelle di Travi e ad Alas Ruinas, poste nella piana di Pranu e Laccos dove furono anche ritrovati numerosi sarcofaghi con incisioni legate alla devozione agli Dei-Mani. Successivamente i romani si stabilirono nei territori di Carrasale, Accoro, Sa Pedra Accuzza, Ortola, Barbarighinos, Trigaccori e Pedra Litterada e, in seguito, nelle zone di Procchile Campu e di Pranu Lari. Del passaggio romano diverse tracce fra le quali anche diverse monete dell'epoca. Di particolare rilievo storico è la Pedra Litterada: una pietra con epigrafe, prezioso titolo funerario, entrato a fare parte del patrimonio storico internazionale. Il paese fu assorbito prima dalla Curatoria del Mandrolisai, poi dal Giudicato di Arborea e successivamente dalla contea di San Martino in epoca sabauda, quando il centro mutò in feudo prima di divenire comune autonomo.
L’abitato si estende a ridosso della collina di Sa Serra e il suo centro storico conserva i segni delle vecchie abitazioni contadine, che si presentano arroccate e affiancate l’una all’altra. Il territorio, ricco di sorgenti, ha un profilo tipicamente collinare e annovera al suo interno numerosi vigneti e foreste di sughere e lecci. Il nome di Ortueri è difatti spesso legato ai manufatti in sughero, prestigiosi sia per la loro originalità che per l'abilità degli artigiani. Di particolare interesse naturalistico è il parco Mui Muscas, habitat naturale dell'asinello sardo che è possibile avvistare in piena libertà. Creato nel 1994 per la salvaguardia della specie, il parco si estende per circa cinquantacinque ettari di territorio comunale ed è caratterizzato dalla presenza di macchia mediterranea e di boschi di querce e sughere. All’interno dell'area del parco sono presenti circa 50 esemplari dell’asino sardo che si cerca di salvaguardare dall’ormai prossima estinzione.
Come la gran parte delle realtà del centro della Sardegna, con vocazione prettamente agro-pastorale, anche Ortueri non fa eccezione: la vita quotidiana è difatti scandita dai ritmi dell'anno agrario. Da queste regole legate alla terra e ai suoi cicli produttivi nascono anche le feste, vissute come momento di aggregazione tra la gente e come attimo di preghiera, con l’elaborazione di riti propiziatori per la riuscita delle colture o per placare epidemie e carestie. Tra le architetture religiose si distingue la chiesa parrocchiale di San Nicola, situata nella zona mediana del paese e risalente al periodo compreso fra il XVIII e il XIX secolo. Non si sottrae agli sguardi ammirati il grandioso campanile adiacente, alto ben 38 metri e secondo in Sardegna solo al campanile di Mores. L'edificio è dedicato al santo patrono che si festeggia la terza domenica di maggio e al quale è devota tutta la popolazione che, nel corso dell’evento, prepara e offre ai visitatori il tipico pane votivo denominato S’Angule. Da ricordare sono inoltre la festa per la Madonna Addolorata, ricadente la terza domenica di settembre e la festa di Santa Maria che si tiene l'otto di settembre, con una messa proclamata nell'omonima chiesa campestre.