Autunno in Barbagia 2023

Nel centro geografico della Sardegna è stato scoperto uno tra i più suggestivi e rilevanti allineamenti di menhir del Mediterraneo: in questo territorio antico e magico si trova il paese di Sorgono.

I circa 200 menhir in località Biru'e Concas sono stati datati tra il Neolitico finale (3200-2800 a.C.) e l'Eneolitico (2800-1800 a.C.) testimoniando così le prime frequentazioni umane dell’area. Sempre all’epoca preistorica risalgono le tipiche sepolture scavate nella roccia chiamate  domus de janas oltre ai numerosi nuraghi e tombe di giganti protagonisti della civiltà degli antichi Sardi.

La presenza romana nel territorio è attestata in diversi siti tra cui quello di Donnigaggia, a circa un chilometro dal paese, dove è stato ritrovato un diploma di honesta missio ossia un congedo rilasciato nell’88 d.C. a un soldato dell’esercito romano che aveva concluso il servizio militare.

In periodo storico si hanno notizie del paese a partire dal 1180: i documenti del Giudicato di Arborea rivelano che donnu Barisone de Serra, consigliere di Pietro I, Giudice d’Arborea, divenne curatore della Barbagia del Mandrolisai con capoluogo Sorgono.

Dal 1463 entrò a far parte del marchesato d’Oristano a cui appartenne fino al 1478 quando nella battaglia di Macomer fu sconfitto il marchese  Leonardo Alagon, erede della dinastia giudicale, e il villaggio fu incluso nei territori amministrati dalla monarchia spagnola.

Nel 1507 Sorgono fu riconosciuto “signoria utile” dalla Corona spagnola ottenendo così il privilegio di essere amministrato da un’autorità locale e non da un feudatario imposto dalla Spagna. Il primo ad essere nominato fu Gemiliano Serra, discendente della famiglia giudicale.

Il paese conobbe il giogo feudale nel 1708 quando fu concesso da Carlo III d’Austria al conte Giovanni Antonio Valentino Manca di Tempio. Il vincolo feudale si protrasse con il dominio di casa Savoia che nel 1718 subentrò agli Asburgo nel governo del Regno di Sardegna. Negli anni Trenta dell’Ottocento il feudalesimo fu abolito ma per riscattare i feudi furono richiesti forti tributi alla popolazione che provocarono un lungo periodo di resistenza e lotte in tutta l’Isola. Dal 1927 fa parte della Provincia di Nuoro.

Il paese di Sorgono nasce in un’area ricchissima di sorgenti sul lato occidentale del Gennargentu, circondato da straordinari paesaggi di granito scolpiti dal vento e boschi incontaminati.

Il territorio è prevalentemente montuoso: a Sa Serra de su lampu arriva fino a 1039 m. 
Nell’altopiano di Iscalas si può godere di un singolare spettacolo creato dalla natura: le erosioni dovute agli agenti atmosferici hanno modellato i  complessi granitici rendendo il panorama particolarmente suggestivo.

I rilievi montuosi si alternano con i profili morbidi delle colline ricoperte dai  vitigni di Cannonau, Monica, Muristellu dai quali si produce il rinomato  vino DOC Mandrolisai . La presenza di  numerosi corsi d’acqua , che vanno a confluire nel Tirso, favorisce le coltivazioni in un paesaggio un tempo caratterizzato dal dominio della  coltura cerealicola .

L’acqua immagazzinata nel sottosuolo fuoriesce da circa 50  sorgenti fresche e leggere tra cui si segnalano le fonti di  Perda ‘e Mantza Erriu de Sauccu note per le  proprietà diuretiche .

Le raccolte d’acqua dolce sono l’habitat naturale di due  anfibi endemici :  l’ euprotto sardo e il discoglosso sardo .

Più della metà del territorio è ricoperta da boschi formati da  sugherete, roverelle, lecci, olivastri ; sono inoltre presenti  alberi di nocciole e castagne, perastri, prunastri e le tipiche essenze della macchia mediterranea (ginestra, erica, corbezzolo).

Non mancano gli esemplari secolari: a pochi chilometri dal centro abitato, su una collina si ergono i bellissimi  alberi monumentali che circondano l’importante  chiesa campestre di San Mauro del XVI secolo.

I boschi e i dintorni sono l’ambiente naturale di  volpi, cinghiali, donnole, ghiri, picchi rossi , sui quali volano il colombaccio e l’ astore di Sardegna , lo sparviero e la poiana . Nella riserva di caccia di S. Luisu dal 2002 è stato reintrodotto il  cervo sardo dalla riserva WWF di Monte Arcosu e il  daino dalla riserva di Assai.

Numerose testimonianze di antiche civiltà sono disseminate lungo sentieri ricchi di attrattive naturalistiche. Nel centro geografico della Sardegna circa duecento menhir sono stati eretti a partire dal Neolitico Finale (3200-2800 a.C.) fino all'Eneolitico Medio (2800-1800 a.C.). Questo eccezionale sito in località Biru ‘e Concas, conserva spettacolari allineamenti, tra i più grandi del Mediterraneo, ma anche circoli, coppie o triadi di menhir circondati da una possente muraglia che probabilmente delimitava l’area sacra. Allo stesso periodo risalgono le domus de janas, tombe scavate nella roccia, di Perdonigheddu e Santu Loisu mentre l’età del Bronzo è documentata da una grande quantità di nuraghi tra cui si segnala il protonuraghe Talei così chiamato per la sua forma a corridoio considerata la più arcaica tipologia di nuraghi.

A breve distanza si trova l’importante santuario di San Mauro Abate, tra le più antiche chiese campestri e la più grande della Sardegna (misura, infatti, 30x9 metri). Costruito nel1574 su un insediamento benedettino del XII, l’edificio è un classico esempio di sintesi tra elementi del gotico-aragonese e le architetture locali. La facciata è impreziosita da un imponente rosone gotico ricavato da un unico blocco di trachite che con i suoi 4,5 metri di diametro risulta il più grande dell’Isola. Tutt’intorno sono disposti i muristenes , caratteristici alloggi che accoglievano i pellegrini durante la novena e la festa di San Mauro.

A nord dell’abitato, sulla sommità della collina chiamata  Sa pala ‘e sa Cresia (‘la spalla della chiesa’), si può visitare la graziosa chiesa dedicata alla Madonna d’Itria (o del Buoncammino). Dopo i crolli di fine ‘800 venne ricostruita con pietra locale nel 1910 come indicato nell'architrave in granito.

Nel centro del paese le deliziose case in pietra a più piani, tipiche dell’architettura locale, sono custodite nelle intricate stradine che si congiungono alla via principale dove sono ancora visibili antichi palazzi nobiliari in stile gotico aragonese e liberty testimoni dell’antico ruolo di Sorgono come capoluogo Mandrolisai. Elementi dell’architettura tardo gotica sono rintracciabili nel campanile a torre della chiesa parrocchiale intitolata alla Vergine Assunta.