Primavera nel Cuore della Sardegna 2024

Nel 1600 il piccolo borgo sulle rive del Cedrino contava circa 300 abitanti, in gran parte allevatori che pascolavano le greggi nelle alture circostanti e contadini le cui terre fertili erano legate indissolubilmente al Cedrino.

Diversi ritrovamenti testimoniano la presenza umana a Irgoli fin dal Medioevo: pozzi, muri, matrici di fusione, monete, oggetti e frammenti di ceramica, terra e bronzo, conci granitici e basaltici inseriti nella splendida chiesa di S. Miali che sorge sulle rovine di una Tomba di Giganti.

A partire dal Medioevo il paese condivise le sorti del Giudicato di Gallura, conobbe il dominio dei Pisani ed anche quello degli Aragonesi.

Il territorio di Irgoli fa parte della vasta regione delle Baronie nella Sardegna centro orientale e si presenta come una fedele sintesi della storia geologica dell’intera isola. Il paesaggio è variegato: dalla pianura alluvionale del Cedrino, attraverso rilievi dapprima morbidi e di modesta entità ma via via sempre più imponenti e accidentati, raggiunge gli 862 metri sul livello del mare nelle creste granitiche di Monte Senes.

La presenza di zone pianeggianti, del comodo fondovalle trasversale alla valle del Cedrino, di una ricca rete idrografica e di una grande quantità di risorgive, oltre alla collocazione geografica del territorio irgolese che collega la fascia litoranea del Golfo di Orosei e l'entroterra montuoso, hanno determinato le scelte insediative delle popolazioni che nel corso dei millenni hanno vissuto in quest’area.

Il territorio è abitato da una fauna ricca e preziosa: le colline aperte ospitano la poiana ed il gheppio, pernici, lepri e conigli selvatici, mentre la macchia fitta ed il bosco danno rifugio a numerosi cinghiali, volpi ed un'infinità di piccoli uccelli, prede preferite dall'astore e dallo sparviero.

Nel grande bosco Su Padente Mannu svettano lecci secolari e crescono le essenze tipiche della macchia mediterranea, impreziosite dall’acero minore, dall'agrifoglio e da numerose orchidee spontanee.

Alle pendici del Monte Sènes si incontra il valico di Jànna da cui ha inizio l’itinerario naturalistico di Thanarghè, che si addentra nel bosco e nelle sue storie legate alla produzione di carbone e ai pastori che un tempo popolavano la foresta, per proseguire tra i pascoli aperti e ventosi ricoperti di cisto ed erica: il paesaggio è armonioso, con gradevoli balze di granito, piccole radure, pozze temporanee, antichi ricoveri per il bestiame, fino ad arrivare alla vetta di Su Millone, posatoio preferito dell'aquila reale.

Il territorio di Irgoli ha un elevato indice di conservazione archeologica e naturalistica. Testimonianza della presenza millenaria dell'uomo è la notevole stratificazione monumentale presente sul terreno anche all'interno del moderno abitato (Nuraghe Sant'Antiòcu, pozzo e strutture murarie nuragiche nella zona di S. Stefano).

Nel circondario alcune Domus de janas, sepolture in tafone, tombe di giganti, nuraghi, villaggi ed edifici cultuali nuragici, aree insediative e rinvenimenti d'ambito funerario di età romana e medioevale, rivelano in maniera inequivocabile la complessità e la capillarità che in antico hanno caratterizzato i fenomeni di occupazione e di fruizione di questo territorio.

Tra i monumenti più significativi, esterni all'abitato, si annoverano:

  • Sa conca 'e mortu, Domus de Janas (Casa delle Fate) di epoca neolitica, due vasi comunicanti dentro un masso di granito;

  • Sa Tumba 'e su Zigante di Othieri, che conserva le tracce del rito mediterraneo dell'incubazione;

  • S'Untana 'e su Zigante, fonte sacra in conci basaltici isodomi, gioiello architettonico del culto delle acque;

  • Nuraghi, capanne (Litu 'Ertiches, Janna 'e Pruna) e fortificazioni strategiche con mura ciclopiche (Gujai, Su Monte 'e s'Eliche);

  • Santu Lussurju, Sant'Elene, Sant'Andria, ruderi di chiese medievali sovrastanti le rovine dei rispettivi villaggi.

Il Museo Archeologico-Antiquarium Comunale, ospitato nella vecchia sede municipale, accoglie nelle sue sale reperti provenienti dal territorio comunale, collocabili in un ampio arco cronologico che va dal Neolitico Recente al Medioevo.
Ai materiali recuperati da raccolte di superficie condotte negli anni passati si affiancano gli oggetti rinvenuti nelle recenti cam­pagne di scavo dei monumenti sacri di epoca nuragica di Janna 'e Pruna e di Su Notante.

Gli oggetti esposti raccontano una storia di millenni, toccando i vari aspetti delle atti­vità produttive e della sfera cultuale e spirituale: gli utensili dell'origine e dello sviluppo dei lavori agricoli, della lavorazione del latte, della produzione ceramica, della creatività dell'artigiano metallurgo, della filatura e tessitu­ra, della creazione di pani decorati. Le offerte votive rinvenute negli edifici sacri nuragici di Janna 'e Pruna e Su Notante costituiscono infine interessanti manifestazioni devozionali, così come, per altro verso, un betilo troncoconico in basalto ed un monumentale concio a dentelli in granito, recuperati da tombe di giganti, ri­mandano significativamente alla sfera funeraria.

Nella parrocchiale di San Nicola, ben conservata dal 1500 in una elegante teca, si trova una preziosa reliquia: una spina della corona di Gesù Cristo (S’ Ispina Santa), venerata sentitamente durante le tradizionali festività religiose locali.

Il centro storico di Irgoli si caratterizza per la presenza di molti murales realizzati nel corso del tempo da muralisti locali: come un susseguirsi variopinto di facciate affrescate, si trovano dipinti bucolici che raccontano momenti di vita pastorale ad opera di artisti che li hanno vissuti ma anche scenari futuristici intrisi di tinte forti.