Secondo alcuni scritti di epoca romana, la provenienza etimologica del nome Orosei è da attribuirsi agli Esaronensi, tribù nuragica che popolava la Sardegna e la Corsica nell’antichità. Il geografo greco Tolomeo fu invece il primo a menzionare questo centro in una delle sue opere, denominando la stazione romana presente all’epoca col nome di Fanum Orisi. Il centro urbano, sempre di origine romana, fu fondato intorno al II secolo d.C. in virtù della sua posizione geografica strategica nella costa centro orientale dell’Isola, con sbocco sul Tirreno.

Orosei ebbe poi un grande sviluppo economico e demografico in epoca giudicale a partire dal XII secolo, divenendo la più importante sede della curia del Giudicato di Gallura, con il nome di Urisè. Risalgono a questo periodo alcuni dei monumenti più rappresentativi del paese, come la torre di Sant'Antonio, Sa Prejone Vezza (la prigione vecchia) e le chiese parrocchiali di San Giacomo e San Gavino. Nel 1288 Orosei entrò a far parte dei possedimenti d'oltremare della Repubblica di Pisa e nel periodo pisano il centro visse una delle parentesi più importanti e significative della sua storia, grazie alla presenza di un efficiente porto gestito da una colonia di mercanti che fecero edificare anche la chiesa campestre di Santa Maria del Mare, teatro della omonima e caratteristica festa che si celebra l’ultima domenica di maggio.

Dal 1324 Orosei entrò a far parte del Regno Aragonese di Sardegna, mentre nel 1449 la zona fu acquistata dal barone Don Salvatore Guiso che si trasferì dal castello di Pontes, situato a Galtellì, ad Orosei, dando inizio alla costruzione dei famosi palazzi signorili nel centro storico ancora oggi presenti e ben conservati. L'abitato è stato più volte soggetto di attacchi pirateschi e una figura leggendaria nella lotta contro le invasioni dal mare fu rappresentata da Tomasu Mojolu, che nel 1806 guidò la resistenza contro un attacco turco, respingendo circa 1000 uomini saraceni insieme al resto della popolazione.

Il paese di Orosei si trova adagiato nella valle del fiume Cedrino, a pochi chilometri di distanza dal mare, incastonato tra grandi pinete, macchia mediterranea e scogli di granito rosa e basalto. Il suo territorio ha un'estensione costiera di ben 14 chilometri, lungo i quali si trovano spiagge dalla sabbia finissima (Marina di Orosei, Su Barone, Osala, Cala Ginepro, Sas Linnas Siccas, Bidderosa, Sa Curcurica), alcune delle quali sono state premiate col prestigioso conferimento delle cinque vele da parte di Legambiente. I suoi fondali rappresentano una forte attrazione per gli appassionati delle attività subacquee e, a circa due miglia dalla costa, si trova il relitto del KT 12, un cargo armato tedesco della Seconda Guerra Mondiale.

Il territorio comunale comprende anche le frazioni di Sos Alinos, Cala Liberotto e Sas Linnas Siccas e confina a nord con il paese di Siniscola, a est col mar Tirreno, a sud con Dorgali e a ovest con Galtellì e Onifai. La stretta piana costiera nella quale si trova il centro abitato lascia intorno ad essa spazio ad una serie di colline di media altezza, tra le quali spicca il rilievo del monte Tuttavista (805 metri), che divide Orosei da Galtellì.

Di notevole interesse è anche il centro storico del paese. Ben conservato, si articola soprattutto attorno alle piazze del Popolo, delle Anime e di Sant’Antonio, con numerosi edifici a carattere civile e religioso, ed offre ai visitatori l’immagine di un paese nobile, ricco di pregevoli opere di architettura rurale, di chiese impreziosite da affreschi, antiche statue lignee e pavimenti in ceramica. Merita una menzione anche il Museo Guiso, che custodisce la più grande collezione di teatrini antichi e le prime edizioni di libri in lingua sarda tra i quali un esemplare unico risalente al 1587.

A Orosei sono presenti molteplici testimonianze dell’epoca nuragica, tra cui il complesso di Sa Linnarta che comprende il nuraghe Osana e l’omonimo pozzo sacro. In questo suggestivo contesto ambientale troviamo anche l’oasi faunistica di Bidderosa, una riserva naturale composta da una bellissima pineta che fa da cornice a cinque splendide calette, mete ambite del turismo balneare.

Il centro storico di Orosei conserva le tracce del suo passato di borgo fortificato nel caratteristico quartiere di Palattos Betzos, che si estende nel cuore dell’abitato attorno alla torre, unico elemento dell’antico castello tuttora rimasto. Lungo le vie del quartiere si affacciano i numerosi palazzi gentilizi del XVI e del XVII secolo, che furono le residenze delle più importanti famiglie nobili della Baronia. Il castello nacque invece come fortezza e fu edificato dai giudici di Gallura allo scopo di difendere le attività portuali che si svolgevano nel tratto terminale del Cedrino. Nel corso delle guerre tra la Corona di Aragona ed il Giudicato di Arborea cadde poi in mani arborensi e vi rimase fino alla fine del giudicato nel 1409. Nel corso del XV secolo, cessate le sue funzioni militari, fu abbandonato e cadde rapidamente in rovina. Successivamente fu invece utilizzato come carcere baronale, denominato Sa Prejone Vezza.

All’interno del proprio territorio Orosei possiede ben 27 chiese. A fianco alla torre si trova la chiesa di Sant’Antonio Abate, costruita a metà del XIV secolo in forme tardo romaniche e al cui interno restano tracce di un importante ciclo di affreschi con figure del Cristo e dei Santi, mentre all’esterno si trova il suggestivo cortile circondato dalle cumbessìas. A poca distanza, nella Piazza del Popolo, si affaccia la chiesa di San Giacomo, una delle più importanti cattedrali barocche della Sardegna, risalente al XIV secolo.

La chiesa di Santa Maria del Mare sorge in prossimità del fiume Cedrino e fu costruita nel XII secolo in forme romaniche da un gruppo di mercanti pisani ed intitolata a Santa Maria de Pisis. Restaurata dalla famiglia baronale dei Guiso, la chiesa ospita l’omonima festa che si celebra l’ultima domenica di maggio con una processione che porta una statua della Madonna del Mare fino al ponte sul Cedrino, dove la statua, il sacerdote ed i confratelli prendono posto sulle barche infiorate dei pescatori che, disposte in fila, navigano lentamente lungo il fiume fino ad arrivare alla chiesetta situata presso la foce. Il resto del corteo prosegue a piedi lungo il margine del fiume, seguendo le barche. L’imbarcazione che trasporta la Santa, all’arrivo alla chiesa, è la prima a toccare terra, accolta dal lungo applauso della folla.

Tra gli altri edifici più importanti troviamo anche Su Probanu (il pievano), palazzo nobiliare settecentesco, e Su Monte Granaticu, edificio risalente al 1739: originariamente doveva essere la chiesa del convento delle monache cappuccine, ma in realtà dalla fine del Settecento diventò il deposito dei cereali coltivati dai contadini.