La felice posizione sui rilievi che circondano il massiccio del Gennargentu ha reso Aritzo un apprezzato centro di villeggiatura, già scelto nella preistoria come punto strategico dalle antiche civiltà sarde. L’area abbonda di boschi di noccioli e di castagni dal cui legno si producono i rinomati manufatti dell’artigianato locale che rappresenta ancora oggi un’importante attività economica.
Lungo i suggestivi sentieri del territorio si incontrano bellezze naturali come Su Texile e le antiche neviere. Il tacco di Su Texile è una roccia di formazione calcarea che spunta da un rilievo come un cocuzzolo isolato e presenta pareti verticali molto ripide. Testimone dell’era mesozoica che si staglia solitario nel panorama, il tacco è divenuto un simbolo identificativo dell’intera zona.
Le domus de janas di Is Forros sono testimoni di una storia che risale fin dal Neolitico per continuare poi con la grande epopea nuragica dell’età del Bronzo di cui rimangono le straordinarie tombe dei giganti in località Su Carragione.

Tra le attività produttive che segnarono la storia del paese vi è quella del commercio della neve raccolta dai niargios e conservata nelle domos de su nie, le “case della neve”. Molti di questi pozzi erano ancora utilizzati fino alla prima metà del Novecento per la produzione del tipico dolce di Aritzo: sa Carapigna, un delicato sorbetto al limone confezionato lavorando limone, zucchero e acqua nelle apposite sorbettiere refrigerate con la neve raccolta dalle domos de su nie.

Ancora oggi questo prodotto della gastronomia locale è presente nelle sagre e nelle feste più importanti dell’Isola, insieme alla produzione di deliziosi dolci tradizionali.
ll grazioso centro storico conserva le tipiche case in scisto e fango con i lunghi balconi in legno, opera di abili artigiani locali che hanno fatto dell’intaglio una vera e propria arte.
Vi sono dei luoghi interessanti da visitare ad Aritzo durante la tappa di Autunno in Barbagia, di seguito i più importanti. Le vecchie carceri spagnole, un edificio settecentesco realizzato nello stile tradizionale e caratterizzato da un sottopassaggio a sesto acuto chiamato “sa bovida” (la volta) da cui deriva il nome delle prigioni. All’interno vi sono le antiche celle ora utilizzate come spazi espositivi per l'allestimento di “Bruxas”, una mostra dedicata alla magia e alla stregoneria, che comprende una sezione relativa all'Inquisizione in Sardegna tra XV e XVII secolo.

Altri importanti strutture del centro sono l’affascinante Casa Devilla, risalente al XVII secolo, appartenuta a una famiglia di possidenti della zona, e il Castello Arangino, costruito ai primi del Novecento con riferimenti all’epoca medievale, seguendo la tendenza architettonica dell’epoca per le abitazioni signorili.
Percorrendo le irte viuzze si arriva alla parrocchiale di San Michele Arcangelo, costruita nel Cinquecento su un vecchio impianto del XIV secolo e pesantemente restaurata nel 1914. Il campanile, che non ha subito trasformazioni, venne edificato con conci di trachite di Fordongianus in stile gotico-aragonese.
Di grande interesse il Museo della montagna sarda o del Gennargentu che ospita una raccolta etnografica di oltre tremila reperti. Le ricostruzioni degli ambienti tipici della civiltà contadina e pastorale forniscono una rilevante documentazione delle attività artigianali: oltre agli antichi strumenti per la preparazione della carapigna è custodita una rara collezione di antiche cassapanche in legno intagliato note nell’Isola come “cassa di Aritzo” o “barbaricina”.
Le iniziative in programma ad Aritzo avranno inizio sabato 29 Ottobre dalle ore 9.00 sino a tutta la giornata di domenica 30 Ottobre. Vi invitiamo a scaricare il programma e la cartina.