Collocato nel cuore della Sardegna, l'abitato del piccolo centro di Onanì era in origine situato più ad ovest, nella periferia dove sorge l’antica Chiesa di San Pietro Apostolo, un gioiello architettonico romanico interamente realizzato in granito e in scisto tra fine XI e XII secolo. Posto su una piccola altura, la struttura trae ulteriore fascino dall’organico inserimento nel suggestivo contesto naturale e dalla qualità della pietra con cui fu edificata.
La chiesa risale al 1200 d.C. ed è realizzata stile romanico-pisano. I pisani arrivarono sino ad Onanì in all'epoca in cui esso faceva parte del Giudicato di Gallura ed il loro arrivo nel territorio onaniese è legato al particolare contesto storico: la Sardegna era divenuta indipendente intorno al IX secolo d.C., con il passaggio dall'autorità bizantina centrale alla nascita dei quattro Giudicati autonomi. I Giudicati erano entità non dotate di particolare forza e le incursioni dei Saraceni che arrivavano dal nord Africa provocavano continue razzie in varie zone della Sardegna. Per proteggersi da questi frequenti e feroci attacchi, i Giudicati stipularono delle alleanze con le potenti città marinare che si affacciavano sul Mar Tirreno, ossia Genova e Pisa. La Gallura in particolare si rivolse alla città toscana concedendo, in cambio della protezione militare, diverse donazioni di terreni che furono utilizzati dai pisani per la costruzione di luoghi sacri, tra i quali va annoverata la Chiesa di San Pietro.
A livello architettonico la chiesa è composta da una sola navata, da un campanile a vela e da un archetto con funzione estetica ma soprattutto strutturale; la sua finalità è difatti quella di scaricare il peso del campanile sui pilastri presenti all’ingresso. Sono presenti anche delle nicchie costruite con il compito di ospitare due piccole statue di santi. I punti luce in antichità erano tre, mentre ad oggi ne sono rimasti soltanto due: un cruciforme sopra la porta d’ingresso e una finestrella sull’abside. Il tetto fu realizzato in scisto ed è stato restaurato in tempi recenti; la copertura del campanile è invece rimasta quella originale. Tra gli affreschi ancora presenti è da segnalare quello realizzato sulla volta a botte che rappresenta la scena sacra in cui San Pietro cedette le chiavi del Paradiso. La sua posizione è data presumibilmente dalla vicina presenza del nuraghe omonimo, dal quale era possibile ricavare una buona quantità di pietre già squadrate e pronte all'uso e poiché, in quanto considerato all’epoca come simbolo pagano, la costruzione della chiesa in quel luogo avrebbe avuto il significato di cristianizzare e purificare tutta la zona dal male pagano. Si narra infine di una leggenda dai risvolti misteriosi e un po' inquietanti, secondo la quale tutte le persone che hanno razziato questa chiesa negli anni '60 e '70 del secolo scorso, siano tutte morte in modo tragico o abbiano subito dei brutti mali.
Questo fine settimana Autunno in Barbagia fa tappa nel grazioso centro di Onanì. Può essere la giusta occasione per visitare questo piccolo gioiello architettonico del cuore della Sardegna.