Cuore della Sardegna

Nuoro, navicella nuragica (foto Archivio Aspen, R. Brotzu)

Della vita in epoca preistorica rimangono numerose testimonianze: dalle domus de janas come quelle di Maria Frunza e di Janna Ventosa datate tra il IV e il III millennio a.C., ai circa 30 nuraghi tra cui si segnalano quelli di Tanca Manna e di Noddule. Le numerose  testimonianze archeologiche del territorio costituiscono una grande ricchezza per la conoscenza dell’antica civiltà sarda: tra i siti più rappresentativi vi è quello di Noddule dove sono conservati un nuraghe complesso racchiuso da tre torri, una Tomba dei giganti e una fonte sacra.

Il Museo Archeologico Nazionale offre un’interessante esposizione del ricco patrimonio rinvenuto nella provincia di Nuoro a partire dal Neolitico fino all’Alto Medioevo.

Seuna e san Pietro

Il primo nucleo della città risale all’età romana, documentato dai resti archeologici ritrovati vicino alle sponde del ruscello Ribu de Seuna. Nell’Alto Medioevo la popolazione si spostò vicino alla sorgente Sa Bena dando vita a Sèuna, il più antico rione della città. Qui si trova la seicentesca Chiesa della Vergine delle Grazie a cui i nuoresi sono molto devoti: la facciata è abbellita da un grande rosone e un portale, di forme prevalentemente rinascimentali, con decorazioni che richiamano lo stile gotico catalano.

La via Majore, come era denominato anticamente il Corso, aveva origine esattamente nel punto detto comunemente Ponte ’e ferru, per concludersi nell’attuale piazza S. Giovanni. Oltre ad essere l’arteria principale della città, la via Majore rappresentava anche la linea ideale di confine tra i due quartieri principali, San Pietro, residenza dei pastori, e Seuna, dei contadini.

Tra le vie del centro è incastonata la celebre Piazza Sebastiano Satta opera di Costantino Nivola; fu realizzata nel 1967 in onore del poeta nuorese raffigurato nelle statue bronzee inserite nelle cavità di suggestivi massi di granito.

Atene della Sardegna

Nuoro, costume tradizionale (foto Archivio Aspen)

La città di Nuoro affonda le sue radici sulle storie di lotta per la libertà e sul fermento culturale che a partire dall’Ottocento gli valse l’appellativo di Atene sarda.

Il grande fermento culturale portò la città all’attenzione europea: artisti, studiosi e letterati, come Francesco Ciusa, primo scultore dell’epopea quotidiana dell’esistenza pastorale barbaricina, o come Sebastiano Satta e Pasquale Dessanay, poeti animati da una sincera passione civile e sociale, cantori della vita sarda attraverso scelte linguistiche familiari, come Antonio Ballero e Giacinto Satta, allo stesso tempo scrittori, pittori e viaggiatori;

Il capoluogo barbaricino è anche un polo museale di rilievo: il Museo del Costume in cui sono rappresentati il modo di vivere e la cultura materiale degli isolani (abbigliamento, maschere, alimentazione, strumenti musicali); il Museo Deleddiano, casa natale di Grazia Deledda in cui è stato allestito un viaggio nel tempo alla scoperta della società, dei luoghi e degli oggetti personali della scrittrice premio Nobel per la letteratura, il Museo Ciusa, sede permanente alle sculture e ceramiche di Francesco Ciusa, autore de La madre dell’ucciso che nel 1907 gli valse il riconoscimento della critica alla Biennale di Venezia.

Il Museo MAN (Museo d'Arte provincia Nuoro), invece, è divenuto nel tempo centro privilegiato per la ricerca contemporanea, organizza numerosi eventi tra cui importanti mostre temporanee e rassegne d’arte.

Nuoro - Cover

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