Il territorio di Baunei si sviluppa lungo la fascia centro-orientale della Sardegna, nella provincia di Nuoro e costituisce, sia storicamente che geograficamente, il confine settentrionale della regione dell’ Ogliastra. Il suo limite a nord, infatti, coincide con l'incontaminata Codula Elune, che termina nell'omonima incantevole Cala.
L'abitato si sviluppa su un costone calcareo con esposizione sud occidentale, attraversato dall’Orientale Sarda (S.S. 125) che lo congiunge al borgo di Monte Colcau. Ad otto chilometri dal paese si trova, sul mare, la frazione di Santa Maria Navarrese, al confine con il Comune di Lotzorai. Il paese di Santa Maria Navarrese, dal nome antico e legato alla storia lontana del medioevo ed alla leggenda, è stato costruito dalla popolazione di Baunei dopo il 1950. Il simbolo di questo paese a due passi da Baunei è la chiesetta medievale che si trova al centro della piazza principale, circondata da maestosi e affascinanti olivastri millenari. Secondo la leggenda, questa piccola chiesetta è stata voluta dalla Principessa di Navarra che la fece realizzare in onore della Vergine per essere sopravvissuta al naufragio della sua nave.
Il porto turistico di Santa Maria Navarrese è sovrastato da una torre cilindrica bianca ed è caratterizzato da un molo di sopraflutto a gomito con sei pontili al suo interno. Da sempre Baunei ha basato la sua economia sullo sfruttamento bilanciato ed attento tra i terreno di proprietà comunale e quello di proprietà privata. La particolare cura per l’ambiente e il territorio perpetuata nel tempo dai baunesi ha permesso di tutelare e mantenere integri sino ad oggi 40 chilometri di costa e un retroterra unico che regalano ai visitatori un intreccio di paesaggi dipinti di blu e di verde, tra mare e montagna.
Ogni luogo a Baunei è una condizione dell’animo, dai misteri di Golgo alle acque cristalline delle nostre cale, dall'incanto svelato di Pedralonga alla quiete di Santa Maria Navarrese. Un territorio assai vasto, aperto a est sul mare Tirreno, confinante a sud con il territorio comunale di Lotzorai, a sud ovest con quelli di Triei e Talana, a nord ovest con il territorio di Urzulei, a nord, in prossimità della costa, con quello di Dorgali, lungo la linea segnata dalla Codula di Luna, che a nord traccia anche il confine con Urzulei. Sulla sommità, il sovrastante bastione calcareo termina con una superficie subpianeggiante che trova nel vasto sprofondamento di Golgo (riempito nell'era Quaternaria da una colata di lava basaltica), uno dei luoghi più caratteristici del "pianeta Supramonte".
Dai suoi 480 metri di altitudine, Baunei guarda all'Ogliastra lasciando spaziare lo sguardo su quello che si può definire “l'anfiteatro di montagne” su cui dominano le cime più alte del Gennargentu. Il comune è posto per la quasi totalità ad un'altitudine superiore ai 400 metri. Il territorio è solcato da valli anguste strette e profonde, dette localmente “codule”, che sfociano a mare interrompendo le precipiti pareti calcaree, in un paesaggio connotato da rupi, falesie e profonde gole. Si tratta di quaranta chilometri di bastioni e falesie calcaree, interrotti ogni tanto da piccole calette che rendono unico e fortemente caratteristico il litorale aspro e selvaggio della Sardegna, ma di assoluto fascino. Infatti, il Golfo, dominato dalla roccia calcarea è formato da coste prevalentemente alte con strapiombi su acque profonde. È qui che termina il Supramonte di Baunei: un immenso piano inclinato che si protende verso il Tirreno nel mare più limpido e azzurro che fa da cornice alle bellissime spiagge. Tra queste, ad esempio, Cala Elune e Cala Sisine, sono la parte terminale delle omonime codule e creano paesaggi singolari, tipici di questa costa. Inoltre, le meravigliose architetture rocciose si affacciano sul mare cristallino con alte falesie bianche, meta di appassionati dell’arrampicata sportiva. Sono numerosi i motivi di attrazione del territorio dal forte valore naturalistico: da Golgo, infatti, si dipana la rete dei sentieri escursionistici che conducono a Cala Goloritzè, Ispuligedenie, Cala Biriala, Ilune (Cala Luna) e Cala Sisine, con la vicina grotta di “su Meràculu”, una delle cavità carsiche visitabili, insieme alla Grotta del Fico, quest’ultima raggiungibile via mare. La rete dei sentieri si impreziosisce a Pedralonga, punto di partenza del famosissimo trekking “Selvaggio Blu”, da fare in cinque giorni tra falesie, calate in corda doppia, antichi ovili, boschi e grotte naturali: un ambiente unico, ideale per le arrampicate.
Lungo tutta la costa la fitta vegetazione, caratterizzata da formazioni derivate dalla foresta primaria mediterranea, è dominata dalla macchia mediterranea e dagli affascinanti esemplari di leccio ultracentenari. Il ginepro è presente ovunque con i suoi tronchi antichi e contorti che spuntano tra le crepe della roccia negli angoli più scoscesi delle falesie, oppure raggruppato in formazioni a boscaglia che dominano l’intero Capo di Monte Santo. Questo territorio è l’habitat ideale per importanti specie rare: vivono in questi mari alcuni esemplari di Foca Monaca, di assoluto interesse segnalare la presenza del Falco della Regina che ha stabilito in questi luoghi la più numerosa colonia del Mediterraneo. Infine questa costa è uno degli areali del Gabbiano Corso che è un importantissimo indicatore ecologico la cui nidificazione segnala proprio l’eccezionale stato di salute dell’ambiente prescelto. L’ecosistema marino continua ad essere intatto e in buona salute: le estese e rilevanti formazioni di praterie sottomarine di fanerogame e poseidonia oceanica vivono lungo tutto l’arco costiero fino a profondità altrove proibitive per la specie.
Crocevia di terra e di mare, borgo collinare sospeso tra il bianco Supramonte e il blu del mare navarrese, Baunei è riconoscibile per i tratti della sua storia, ravvisabili nelle antiche dimore, nella parlata locale, nelle tradizioni che rivivono ancora oggi. Una storia semplice, percorsa da secoli di quiete, mai intaccata da velleità di rivalsa, quasi a memoria di pace, ab antiquo, dalle paternità nuragiche all’egida romana, fino ai secoli spagnoli e ai re sabaudi.
Il paesaggio ha una forte connotazione selvaggia e vede nel binomio mare-montagna un connubio naturalistico di pregio assoluto, arricchito da forti valenze culturali. Particolarmente interessanti sul versante dell’archeologia sono le tracce della cultura sarda che si ritrovano specie a Golgo, il grande pianoro carsico protetto dai nuraghi che guardano gli accessi, quasi a preservarne i misteri, rappresi anche nelle sue presenze naturali, dal nero profondo della voragine di “su Sterru” (la più profonda in Europa ad unica campata) al verde acquoreo de “as piscinas”.
Fra i nuraghi di Golgo, Co'e Serra è probabilmente il più noto: eretto a sentinella dell'altopiano, biancheggia su una bassa prominenza rocciosa, in perfetta geometria di spazi con i vicini Orgoduri e Alvu, nuraghi non lontani dalla chiesa di San Pietro. Edificata nella seconda metà del XVII secolo, la chiesa segna una memoria leggendaria, che vuole come grande protettore il Santo apostolo, liberatore della popolazione dalla minaccia de “su scultone”, il mostro che abitava la voragine di Golgo, disposto a placare la sua ira solo in cambio di giovani vergini. Di fronte alla chiesa è ben visibile un betile antropomorfo che non ha analoghi in Sardegna.
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