Cuore della Sardegna

Camminando per le incantevoli vie del centro storico, nel borgo dei pastori, si possono ammirare le tipiche case in granito dell’architettura barbaricina molto ben conservate e ci si può lasciar trasportare alla ricerca degli scorci inaspettati arricchiti dai profumati balconi fioriti. Custode della cultura locale, il museo Casa Porcu Satta raccoglie una notevole collezione etnografica: gli abiti della tradizione gavoese, i giocattoli d’un tempo, gli strumenti degli antichi mestieri, la pregevole collezione di gioielli e amuleti in filigrana, e la raccolta di strumenti musicali. Tra questi spicca su tumbarinu, il tamburo che ritma il ballo e il carnevale e che ha reso Gavoi famoso in tutta l’Isola. Oltre che per le suggestive costruzioni perfettamente integrate nel paesaggio e i monumenti che spaziano dal neolitico al ‘900, Gavoi è noto anche per le produzioni artigianali e dell’agroalimentare, che includono le rinomate patate, diverse tipologie di pane (tipicità del centro barbaricino sono su pane de fresa e su cocone cun foza) e di dolci legati alle diverse ricorrenze stagionali, e soprattutto il formaggio Fiore Sardo DOP, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello delle produzioni latto-casearie della Sardegna.

Gavoi, lago di Gusana (foto Archivio Aspen, R. Brotzu)

Circondato da colline e monti e bagnato da corsi d’acqua, Gavoi vanta una posizione strategica al centro della Sardegna. I rilievi si stagliano tutt’intorno al paese, proteggendolo dai forti venti: a Nord si trova il monte Pisanu Mele, a Ovest i monti di Brundihòne e Chizu de noli, a Est i monti Puddis e Cogoddio (Nord-Est) mentre a Sud il panorama si apre con l’incantevole vallata del fiume Taloro.

Boschi di roverella e leccio insieme a castagni, agrifogli, noci e ciliegi sono rifugio delle numerose specie animali tra cui sono preservati alcuni endemismi sardi: euprotto sardo (anfibio), nibbio reale, falco pellegrino, corvo imperiale, gatto selvatico, martora. Molte aree sono riservate al pascolo ma, in particolare vicino ai corsi d’acqua, sono presenti anche terreni destinati alla coltivazione di alberi da frutto e soprattutto ortaggi come le rinomate patate, che hanno ottenuto grande successo attraverso progetti promozionali e sagre. A circa 2 km a Sud del paese si trova il lago di Gusana uno dei più importanti siti di turismo ambientale della Barbagia. L’invaso artificiale fu realizzato agli inizi degli anni ‘60 del Novecento, come primo salto del fiume Taloro per la produzione elettrica, e oggi rappresenta un patrimonio ambientale di grande interesse per le sue bellezze naturalistiche e paesaggistiche. Intorno alle acque, che assumono una colorazione blu intensa d’inverno e verde d’estate (per le alghe in sospensione), si ritrovano gli arbusti tipici della macchia mediterranea: corbezzolo, ginepro, ginestra, erica e cisto. Nel lago sono praticati diversi sport: escursioni a piedi, a cavallo e in canoa, inoltre si organizzano i campionati regionali di pesca alla trota. Nei dintorni sono presenti diversi siti archeologici di età nuragica e romana: foto d’epoca ritraggono un ponte romano oggi sommerso dalle acque.

Il territorio fertile, ricco di sorgenti e riparato dalle montagne è stato scelto dall’uomo da tempi remoti. In località Sa Itria sono state scoperte le prime testimonianze della presenza umana: affascinanti menhir domus de janas (tombe scavate nella roccia) come quelle di S’iscrithola e di Gurrai e nuraghi, tra i più importanti vi è il nuraghe di Talaichè, alto circa 6 m, con la caratteristica copertura a tholos intatta.

Gavoi, fiore sardo (foto Archivio Aspen, R. Brotzu)

Oltre che per le suggestive costruzioni perfettamente integrate nel paesaggio e i monumenti che spaziano dal neolitico al ‘900, Gavoi è noto anche per le produzioni artigianali e dell’agroalimentare, che includono le rinomate patate, diverse tipologie di pane (tipicità del centro barbaricino sono su pane de fresa e su cocone cun foza) e di dolci legati alle diverse ricorrenze stagionali, e soprattutto il formaggio Fiore Sardo DOP, che rappresenta uno dei fiori all’occhiello delle produzioni latto-casearie dell’isola.

Durante la tappa di Autunno in Barbagia sarà possibile partecipare alla lavorazione del Fiore Sardo che svela i segreti e l’abilità artigianale da cui nasce il gusto così speciale e inconfondibile di questo formaggio DOP realizzato col latte crudo di pecora (Sabato e Domenica, ore 10.30 e 16.00 - Casa Museo Porcu Satta, via Roma 187). Un’altra interessante attività, vera e propria arte, è quella della preparazione e cottura nel forno a legna dei pani tradizionali, in collaborazione con gli operatori locali (sabato ore 16.00 e domenica ore 10.30, S’Antana de Susu, centro storico). Infine, nel laboratorio S’Orrodanza, verranno mostrati tutti i passaggi (dalla filatura del formaggio, alla lavorazione dell’impasto e infine la pezzatura e la farcitura delle sfoglie) che portano alla creazione di due dei piatti più conosciuti della tradizione gastronomica gavoese e isolana: i ravioli ripieni di formaggio e sas sevadas (Sabato ore 16:00 e Domenica ore 11:00, laboratorio di pasta fresca S’Orrodanza via Roma n°154).

Gavoi, dolci tipici (foto Archivio Aspen, R. Brotzu)

Abiti in panno rosso e trine preziose, gioielli in filigrana contro la cattiva sorte, strumenti musicali dal suono arcaico, giocattoli di legno e latta: questi sono parte dei tesori che potrete trovare nella Casa Museo Porcu-Satta, edificio in stile liberty che racchiude oltre cent’anni di storia locale. Proseguendo in via Cagliari, vi sarà possibile visitare la collezione privata “La Civiltà dell’altipiano”, frutto di anni di appassionata ricerca e conservazione comprende oltre 3000 pezzi appartenenti alla quotidianità del lavoro di pastori, contadini, maniscalchi, artigiani. Il rapporto fra l’uomo, il lavoro e la natura ha caratterizzato nei secoli l’identità agropastorale, ed è ancora presente nel tramandarsi orale della conoscenza delle numerose specie vegetali che riempiono di colori e profumi i nostri orti e frutteti e di gusto i nostri piatti. La mostra sulla BioDiversità sarà l’occasione per scoprire queste varietà ortofrutticole che rendono unico il nostro territorio.

Il percorso espositivo lega la storia all’attualità attraverso le proiezioni video di “Raccontami la tua impresa” e le foto della mostra “Migrazioni”, che raccontano rispettivamente le vite dei sardi, che investono nell’isola lavorando e creando occupazione attraverso le loro aziende, e le vite dei sardi che sono partiti per cercare nuove opportunità oltremare, portando la propria identità isolana attraverso i cinque continenti.